Il Consiglio Nazionale dellโ€™Economia e del Lavoro (CNEL), nella sua relazione annuale sul sistema sanitario italiano, ha evidenziato una serie di dati significativi che delineano lโ€™evoluzione del settore. L’analisi mostra una tendenza crescente verso l’affidamento delle cure a strutture private, mentre il sistema pubblico registra una contrazione.

In particolare, i ricoveri presso strutture private convenzionate sono in aumento: attualmente circa il 35% degli interventi chirurgici viene eseguito in questi contesti.

L’Italia, inoltre, si conferma tra i Paesi europei con il minor ricorso allโ€™ospedalizzazione, seconda solo ai Paesi Bassi, sebbene presenti una delle degenze medie piรน lunghe in Europa.

Per quanto riguarda lโ€™offerta sanitaria, il 27,1% delle attivitร  di ricovero viene erogato da strutture private accreditate, con variazioni significative tra le diverse regioni.

Negli ultimi cinque anni, il ricorso a queste strutture per interventi chirurgici รจ aumentato del 2,3%.

In generale, un quarto delle ospedalizzazioni avviene in ambito privato convenzionato, confermando il consolidamento del settore.

La relazione evidenzia una riduzione generale dei ricoveri ordinari in acuzie del 20,9% nel decennio 2012-2022.

Ancora piรน marcata la diminuzione dei ricoveri diurni in acuzie, scesi del 37,5%, e di quelli per riabilitazione ordinaria, calati del 16%. I ricoveri diurni per riabilitazione hanno subito una contrazione del 47%, mentre quelli in lungodegenza si sono ridotti del 36,5%.

Nel 2022, la degenza media ordinaria per acuzie era di 7,2 giorni, in aumento di 0,5 giorni rispetto al 2012. La durata media della riabilitazione si attestava a 26,4 giorni (+0,2), mentre quella in lungodegenza รจ scesa a 24,8 giorni, con una riduzione di 3,9 giorni rispetto a dieci anni prima.

La spesa sanitaria pubblica in Italia copre il 75,6% del totale, per un valore di 122,1 miliardi di euro.

Sebbene in termini nominali questa cifra sia in crescita, considerando lโ€™inflazione il dato mostra un decremento, confermandosi tra i piรน bassi dโ€™Europa.

Parallelamente, la spesa privata dei cittadini ha continuato ad aumentare, raggiungendo i 40,2 miliardi di euro nel 2022, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente.

Nel 2023, circa 4,5 milioni di italiani hanno rinunciato a ricevere cure mediche per motivi economici, per le lunghe liste di attesa o per difficoltร  logistiche nel raggiungere le strutture sanitarie. Questa quota rappresenta il 7,6% della popolazione, in aumento rispetto al 7% del 2022 e al 6,3% del 2019, periodo pre-pandemia. Le rinunce sono particolarmente elevate nella fascia di etร  tra i 55 e i 59 anni (11,1%) e restano significative anche tra gli over 75 (9,8%). La percentuale piรน bassa si registra tra i bambini fino a 13 anni (1,3%).

Le donne risultano piรน penalizzate rispetto agli uomini, con una percentuale di rinuncia alle cure pari al 9% contro il 6,2%.

A livello geografico, la percentuale piรน alta di rinunce si osserva nel Centro Italia (8,8%), seguita dal Mezzogiorno (7,7%) e dal Nord (7,1%).

Le liste di attesa sono diventate una delle principali cause di rinuncia, passando dal 2,8% nel 2019 al 4,5% nel 2023.

Un altro dato critico riguarda i medici di medicina generale, ormai scesi sotto le 40.000 unitร . Circa la metร  di essi assiste oltre 1.500 pazienti, superando il limite massimo previsto dalla normativa.

La situazione rischia di aggravarsi ulteriormente: il 77% dei medici di famiglia ha giร  compiuto 54 anni, avvicinandosi allโ€™etร  pensionabile.

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ZakStorm
Author: ZakStorm

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