Quasi 200 anni fa, il clima sulla Terra subì un cambiamento e, in diverse parti del mondo, il Sole apparve di un colore insolito, tra il blu, il verde e il viola. Per anni, gli scienziati hanno ipotizzato che la causa fosse un’eruzione vulcanica misteriosa, ma solo oggi abbiamo scoperto l’esatto evento responsabile di quel fenomeno.
A cura di Maria Teresa Gasbarrone

Nel 1831, quasi due secoli fa, uno strano fenomeno sconvolse il clima praticamente in tutto il mondo: le temperature si abbassarono in modo anomalo e il Sole assunse una tonalità insolita. Le testimonianze dell’epoca descrivono il Sole colorato tra il blu, il verde e il viola, con avvistamenti in Cina, Europa, Caraibi e Stati Uniti.

Tra il 1831 e il 1833, si verificò infatti un brusco raffreddamento globale, con un calo della temperatura media di circa 1°C. Da anni gli scienziati cercano di comprenderne la causa: nonostante l’ipotesi consolidata che a scatenare il fenomeno fosse stata un’eruzione vulcanica, nessuno era riuscito a individuare con precisione l’evento specifico. Oggi, finalmente, sappiamo cos’è accaduto.

Quale fu l’eruzione responsabile?

La scoperta si deve a un gruppo di ricercatori della University of St Andrews, nel Regno Unito, guidati dal professor Will Hutchison. Attraverso tecniche di laboratorio all’avanguardia, il team è riuscito a identificare il misterioso responsabile: il vulcano Zavaritskii, situato sull’isola disabitata di Simushir, una delle isole Curili nel Pacifico, contese tra Russia e Giappone.

L’eruzione del vulcano diffuse nell’atmosfera grandi quantità di gas solforici che, per quasi due anni, fecero da scudo alla luce solare. Questo provocò il cambiamento apparente del colore del Sole e il raffreddamento globale che ne seguì. Le temperature più basse danneggiarono gravemente le coltivazioni, causando carestie in diverse parti del mondo.

Come è stata effettuata la scoperta?

Gli scienziati hanno identificato l’eruzione nonostante siano trascorsi quasi 200 anni, grazie a tecniche avanzate di analisi di campioni di ghiaccio prelevati in Groenlandia e frammenti di materiale vulcanico dalla caldera del vulcano Zavaritskii. I campioni, raccolti decenni fa da ricercatori russi e giapponesi, sono stati rianalizzati con strumenti moderni.

Attraverso l’analisi chimica del ghiaccio, i ricercatori sono riusciti a determinare con precisione la data dell’eruzione: tra la primavera e l’estate del 1831. Hanno anche confermato che si trattò di un’eruzione altamente esplosiva e hanno trovato piccoli frammenti di cenere vulcanica.

Confrontando i risultati delle analisi dei campioni vulcanici e del ghiaccio, i ricercatori hanno ottenuto una corrispondenza perfetta. “È stato davvero un momento eureka – ha raccontato Hutchison – Non riuscivo a credere che i numeri fossero identici”.

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Author: ZakStorm