Nel giugno dello scorso anno, a seguito della pubblicazione di un articolo riguardante l’interruzione del servizio di asilo nido a Santa Ninfa, un noto sindacalista di Mazara, si è reso protagonista di un attacco verbale nei confronti della redazione del giornale “Belice c’è” durante una diretta su Facebook.
Con toni accesi e offensivi, ha rivolto insulti ai giornalisti della testata, che da oltre vent’anni opera nel territorio belicino.
La reazione della testata non si è fatta attendere: il giornale ha sporto denuncia, e la giustizia ha riconosciuto la fondatezza delle accuse, condannando il sindacalista.
Il sindacalista di Mazara del Vallo, è stato condannato dal Tribunale di Marsala al pagamento di una multa di 500 euro per aver diffamato e insultato i giornalisti del periodico “Belice c’è”.
Il decreto penale è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari Annalisa Amato.
Le considerazioni della Testata Giornalistica Belicina:
“Viviamo in un’epoca in cui le parole diffuse sui social possono distruggere reputazioni e causare danni irreparabili.
È fondamentale che il sistema giudiziario garantisca tutele efficaci per chi subisce attacchi infondati e diffamatori.
La condanna di Giglio rappresenta una vittoria per la verità e per la protezione della dignità professionale dei giornalisti.
Il provvedimento del giudice non solo ripara il danno subito dalla testata, ma riafferma un principio cruciale: l’uso irresponsabile dei social non può trasformarsi in un’arma per screditare impunemente il lavoro di chi informa. Difendere la libertà di stampa significa difendere la democrazia stessa, e questa sentenza ne è una chiara dimostrazione”.
Fonte: Tp24.it