In Sicilia parlare di ‘Cosa Nostra’ è d’obbligo, anche se da tempo la mafia i suoi affari li fa nel anche nord d’Italia.

Del resto gli uomini del grande crimine seguono i soldi con un fiuto da fare invidia ai cani segugio.

Le forze dell’ordine perdono anni mesi giorni ore ad inseguire i mafiosi con l’unico obiettivo di riuscire a catturarli. Spesso ci riescono, dopo tanti sacrifici, ma la mafia la puoi smembrare difficilmente sterminare.

La letteratura ha speso fiumi d’inchiostro per raccontare fatti e misfatti di un sistema da sempre intrecciato con il mondo politico. Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro latitante per oltre trent’anni, abbiamo conosciuto il mondo del mafioso, capo della cupola del triangolo della Sicilia occidentale. Le città di Mazara, Campobello Castelvetrano erano praticamente la sua casa, dove circolava liberamente, indisturbato, come un normale cittadino e questa è una delle sue paradossali beffe allo Stato. Servito, riverito e protetto Messina Denaro frequentava bar, ristoranti, supermercati, case private e persino gli ospedali pubblici.

Lo hanno prelevato a Palermo in una clinica dove andava a curarsi per un tumore al colon. Ovviamente non ha raccontato niente né alle forze dell’ordine né ai magistrati che lo interrogavano. Quello che è emerso lo si deve ai pizzini, ai diari ritrovati nei diversi covi a Campobello di Mazara.

È morto nove mesi di carcere, senza pentirsi e senza raccontare nulla sulle stragi del 1992 dove persero la vita due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con le loro scorte. Non ha chiesto perdono per aver sciolto un ragazzino nell’acido, rapito per vendicarsi del padre diventato collaboratore di giustizia. I suoi crimini sono stati tanti ma ha scelto di portarli con lui nell’altro mondo.

Giovedì 20 Febbraio proprio nella città del mafioso, Castelvetrano, al teatro Selinus il giornalista e scrittore Lirio Abate presenterà il suo ultimo lavoro edito da Rizzoli “I diari del boss’.

Interverrà anche Don Ciotti presidente dell’associazione Libera. La figlia del mafioso, Lorenza, ha diffidato la casa editrice.

I diari del boss contengono gli appunti che Messina Denaro meticolosamente appuntava nei suoi quaderni, come li chiamava lui. Durante sua lunga latitanza, Matteo, faceva affari e decideva tutto. Gli appunti ritrovati raccontano 13 anni del capo mafia dal 2003 al 2016.

Nei diari anche l’amore per la figlia. L’incontro del 20 febbraio a Castelvetrano sarà anche l’occasione per fare il punto sul sistema criminale, Cosa Nostra, dopo Messina Denaro.

Patrizia Paganelli

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Author: ZakStorm