Donald Trump sarebbe pronto a rivoluzionare il sistema postale americano, mettendo fine a oltre due secoli di servizio pubblico e aprendo la strada a una privatizzazione che potrebbe avere un impatto miliardario sulle transazioni postali.

Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, il Presidente starebbe per firmare un ordine esecutivo che trasferirebbe il controllo del US Postal Service (USPS) al Dipartimento del Commercio, guidato da Howard Lutnick, sostenitore della privatizzazione.

La decisione, destinata a suscitare forti opposizioni, potrebbe scatenare una battaglia legale. Secondo quanto riportato dal Washington Post, il consiglio di amministrazione del servizio postale starebbe già valutando contromisure, tra cui un’azione legale contro l’amministrazione nel caso in cui il presidente decidesse di rimuovere i membri del board o di limitare l’autonomia dell’agenzia.

Trump aveva già espresso in passato l’intenzione di riformare il sistema postale, affidando a una task force il compito di valutarne la sostenibilità. Il rapporto finale aveva evidenziato la necessità di una gestione più efficiente, suggerendo che una USPS privata e autonoma dal Congresso sarebbe stata più competitiva e innovativa. Tuttavia, le raccomandazioni non erano state attuate nel suo primo mandato. Ora, con maggiore libertà d’azione, il presidente potrebbe procedere con la privatizzazione, nonostante il rischio di critiche bipartisan.

Nuove misure economiche in arrivo

L’ordine esecutivo sulle poste è solo uno dei provvedimenti che Trump starebbe preparando. Nei prossimi giorni, è attesa la firma di un memorandum sulle tasse digitali imposte alle big tech americane, come Meta e Alphabet, da governi stranieri. La mossa anticiperebbe l’incontro con il presidente francese Emmanuel Macron, il cui Paese ha introdotto una digital tax sulle multinazionali tecnologiche statunitensi.

A questa iniziativa si aggiungerà una stretta sul settore automobilistico: dal 2 aprile, il presidente sarebbe pronto ad applicare dazi del 25% su tutte le auto importate, comprese quelle prodotte all’estero da case automobilistiche americane.

Tagli e riorganizzazioni: impatto sulle agenzie federali

Parallelamente, l’amministrazione Trump starebbe valutando un’ondata di licenziamenti in diverse agenzie governative. L’Internal Revenue Service (IRS), l’agenzia fiscale federale, potrebbe perdere 6.700 posti di lavoro, mentre il Pentagono starebbe esaminando la possibilità di tagliare fino a 50.000 dipendenti civili. Tuttavia, secondo indiscrezioni, il Dipartimento della Difesa avrebbe temporaneamente sospeso il piano per valutarne le conseguenze sulla prontezza operativa delle forze armate.

Mentre la Casa Bianca avanza con la riorganizzazione delle agenzie federali, il miliardario Elon Musk, grande alleato di Trump, sta portando avanti una politica di tagli aggressivi in diverse aziende, contribuendo a un’ondata di ristrutturazioni che potrebbero ridisegnare il panorama economico e istituzionale degli Stati Uniti.

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Author: ZakStorm