La Camera ha discusso sulla sfiducia alla Ministra al Turismo del Governo Meloni. Con 206 no, 134 si e un astenuto la mozione è stata respinta. L’opposizione, chiedeva da tempo, le dimissioni della Santanchè.

In aula i più agguerriti, come era prevedibile, sono stati la segretaria del PD Elly Schlein e il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conti.

La Ministra è stata attaccata e accusata non tanto del reato contestato, non accertato, quanto sulle sue dichiarazioni, ritenute impopolari.

Ma cosa ha detto la Santanchè da agitare gli animi di una sinistra ostile alla ricchezza degli altri meno a quella propria.

“Non mi sento sola” né in quest’aula né in Italia”. È la seconda richiesta di sfiducia alla quale mi trovo a dover rispondere. I fatti sono da accertare e voi mi avete già condannata. Io, non ho nulla da nascondere, ha continuato a ripetere la stessa, “per voi sono l’emblema di ciò che detestate” mentre in aula di sentono evidenti grida di protesta, risate e persino applausi ironici.

La Senatrice di Fratelli d’Italia continua il suo intervento e aggiunge “farò una riflessione per valutare le mie dimissioni ma non sarete voi a decidere per me e per il governo. La farò da sola, senza ricatti, pressioni, costrizioni e quant’altro. Mi farò guidare solo dal rispetto verso la premier, il governo e i colleghi della maggioranza”.

“Voi non volete combattere la povertà ma la ricchezza” un’espressione che la dice lunga su come questa sinistra viva di livore verso chi, si convince, ostenti la sua posizione sociale.

La Santanchè si è presentata con l’espressione colorita “io amo le borse ne ho una collezione, porto i tacchi a spillo 12 e sono una donna libera; per voi il male assoluto” per intendere che l’odio che avverte esserci verso la sua persona è più per ciò che rappresenta che per i fatti che riguarderebbero altre aule, altri consessi.

A lei non viene perdonato da questa opposizione la sua posizione sociale più che politica e morale.

È evidente che in un conflitto ideologico a perdere sarà sempre la verità dei fatti, inquinati da risentimenti e sterili prese di posizione.

La Ministra, sarà presto costretta alle dimissioni dal ruolo che riveste. In aula, ieri ha voluto sottolineare che lo farà solo per rispetto alla Meloni e per il buon senso, non certamente per darsi in pasto all’odio classista.

Alla Camera, la Santanchè è stata fortemente sostenuta dalla maggioranza, come era prevedibile. Del resto, un conto è riconoscere i ruoli della politica, altro è ritenersi colpevoli di reati che meriterebbero solo il rigore morale più che la volontà di buttare giù un governo legittimamente scelto dai cittadini.

Anche ieri, l’opposizione ha perso l’occasione di rappresentarsi come seria, attendibile e alternativa. Infatti, invece di discutere sulle ragioni della mozione, hanno preferito inveire contro la Meloni, assente per ovvie ragioni, deridere e denigrare un ministro della Repubblica. Credo, sia doveroso, ritornare al rispetto dei ruoli e delle Istituzioni.

Patrizia Paganelli

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Author: ZakStorm