La Corte dβAppello di Palermo ha ribaltato la sentenza emessa in primo grado dal Tribunale di Sciacca, assolvendo Massimo Mandracchia, commerciante di frutta e verdura di Sciacca, precedentemente condannato a tre anni e mezzo di reclusione con l’accusa di favoreggiamento in associazione mafiosa. Lβuomo era stato arrestato nel 2019 nellβambito dellβoperazione βPassepartoutβ.
Lβaccusa e la difesa
Secondo la Procura, Mandracchia avrebbe permesso ad Accursio Dimino, ritenuto un esponente di spicco della criminalitΓ organizzata, di utilizzare il proprio telefono per contattare un mafioso residente negli Stati Uniti. Tuttavia, la difesa, rappresentata dagli avvocati Calogero Lanzarone e Antonello Palagonia, ha sostenuto che il loro assistito non fosse a conoscenza del contenuto delle conversazioni e che avesse semplicemente prestato il suo smartphone a Dimino, il cui dispositivo, essendo obsoleto, non consentiva chiamate internazionali tramite WhatsApp.
L’inchiesta βPassepartoutβ aveva portato all’arresto di diverse persone, tra cui Antonello Nicosia, ex esponente dei Radicali italiani noto per il suo impegno per i diritti dei detenuti. Grazie al suo ruolo di assistente parlamentare della deputata Giusy Occhionero (successivamente assolta), Nicosia aveva accesso ai penitenziari e incontrava anche detenuti sottoposti al regime del 41 bis, tra cui Filippo Guttadauro, cognato di Matteo Messina Denaro.
Dimino e Nicosia sono stati condannati in via definitiva a 17 e 13 anni di carcere, rispettivamente. La posizione di Mandracchia, invece, si Γ¨ conclusa con lβassoluzione in appello.