Il 27 Aprile si vota in provincia di Trapani per le elezione provinciali di secondo livello, fatto salvo il ricorso al Tar che dovrà pronunciarsi sull’eventuale sospensione di un’elezione che di fatto nega ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti.
Intanto è guerra aperta tra i partiti.
Fratelli d’Italia con il suo coordinatore provinciale Maurizio Miceli si schiera con il sindaco della città di Mazara del Vallo Salvatore Quinci, la lega di Mimmo Turano invece intende sostenere il neo sindaco di Castelvetrano Giovanni Lentini.
Tra rivendicazioni, nuovi e vecchi rancori, la politica provinciale sembra essere interessata a lottare per le poltrone e soprattutto per mettere all’angolo il nemico del suo stesso schieramento
Miceli non perdonerebbe a Turano di averlo fatto perdere appoggiando con una propria lista il sindaco uscente Giacomo Tranchida che anche grazie al sostegno dell’Assessore Regionale è riuscito a portare a casa la vittoria riconfermandosi sindaco della città di Trapani. L’onorevole Mimmo Turano non intende altresì spostarsi dalla sua posizione che da tempo avrebbe preso le distanze dal partito di Giorgia Meloni, che in provincia di Trapani sta assumendo posizioni sempre più discutibili e discusse e che stanno portando ad un deterioramento dei rapporti con gli altri alleati.
Fratelli d’Italia del resto si è chiamata fuori da sola sostenendo ogni oltre ragionevole dubbio a Mazara Quinci e a Marsala Grillo. Scelte bandite da tutta la coalizione ad eccezione di FI che a Marsala con l’onorevole Stefano Pellegrino si ostina ad appoggiare il sindaco Massimo Grillo.
Viste le difficoltà, considerate le spaccature all’interno degli stessi partiti del centro destra, in una provincia che va controcorrente rispetto alle altre, risulterà difficile trovare un accordo che accontenti tutti e così come accade sovente in questi casi, la diatriba finirà con un laconico liberi tutti segno dell’assenza della politica e del dibattito interno che anima da sempre ogni competizione elettorale.
Queste elezioni che arriverebbero dopo dieci anni dalla sostituzione delle province in Sicilia con i liberi consorzi, scelta perdente, potrebbero e dovrebbero essere rinviate, così come pensate non serviranno né alle città né ai propri cittadini.
La politica attuale sta testimoniando la volontà di restare dentro una visione miope, fatta solo di spartizione di incarichi e potere, escludendo il popolo dal voto libero. A perdere sarà la democrazia e il territorio di Trapani che non porterà a casa alcun risultato fruibile.
Patrizia Paganelli