Nelle ultime 24 ore il Ministero della Difesa di Taiwan ha rilevato un’intensa attività militare cinese nelle vicinanze dell’isola.
Sono stati registrati 41 velivoli e 9 unità navali dell’Esercito Popolare di Liberazione, oltre alla presenza di un’imbarcazione ufficiale cinese.
Di particolare rilievo è il fatto che 28 dei 41 aerei abbiano superato la linea mediana dello Stretto di Taiwan, entrando nella zona di identificazione di difesa aerea dell’isola, coprendo le regioni settentrionali, centrali e sudoccidentali. L’episodio rappresenta il più massiccio sconfinamento aereo registrato nel 2025.
Di fronte a questa imponente incursione, le forze armate taiwanesi hanno immediatamente mobilitato aerei da combattimento e unità navali, attivando anche le batterie missilistiche di difesa aerea terrestre per monitorare la situazione.
L’escalation di attività nella regione è evidente dai dati ufficiali: solo nel mese di febbraio, Taiwan ha tracciato 245 voli militari cinesi e rilevato la presenza di navi da guerra cinesi in 108 occasioni.
L’inasprimento delle operazioni militari da parte di Pechino segue una strategia avviata nel settembre 2020, basata su tattiche di “zona grigia”. Queste operazioni mirano a esercitare una costante pressione sull’isola senza ricorrere a un conflitto aperto, sfidando i confini della deterrenza tradizionale.
L’intensificarsi delle manovre cinesi ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale. L’ammiraglio Samuel Paparo, comandante delle forze statunitensi nell’Indo-Pacifico, ha recentemente dichiarato che la crescente attività militare di Pechino attorno a Taiwan potrebbe essere utilizzata come copertura per un’eventuale offensiva diretta. Durante un intervento all’Honolulu Defense Forum, Paparo ha messo in guardia sull’alleanza sempre più stretta tra Cina, Russia e Corea del Nord, descrivendola come un “triangolo di autocrazie” con intenzioni destabilizzanti.
Inoltre, alcuni funzionari del Pentagono hanno evidenziato preoccupazioni riguardo alle riserve di armamenti, segnalando ritardi nella manutenzione e un progressivo assottigliamento delle scorte. Paparo ha avvertito che queste vulnerabilità non sono passate inosservate agli avversari degli Stati Uniti, i quali potrebbero approfittare della situazione per aumentare la loro aggressività, alimentando il rischio di un’escalation nel Pacifico.
Fonte: Gds.it