L’annuncio dell’introduzione di nuovi dazi del 25% sui prodotti agricoli italiani da parte degli Stati Uniti, previsto per il 2 aprile 2025, solleva preoccupazioni significative per l’export agroalimentare del nostro Paese.
Prodotti come Chianti, Amarone, Barbera, Friulano, Ribolla, Pecorino Romano, Prosecco e sidro di mele sono particolarmente vulnerabili a queste misure.
Secondo un’analisi di Cia-Agricoltori Italiani, basata su dati Nomisma e dell’Ufficio studi confederale, l’export agroalimentare italiano verso gli USA è cresciuto del 158% negli ultimi dieci anni, raggiungendo 7,8 miliardi di euro nel 2024.
Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di riferimento mondiale per il cibo e il vino Made in Italy.
Il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato la necessità di un’azione diplomatica forte per trovare una soluzione e non compromettere i traguardi raggiunti finora. L’Italia, infatti, destina quasi il 12% del suo export agroalimentare totale agli Stati Uniti.
Tra i prodotti più esposti, il sidro italiano destina il 72% del suo export al mercato americano, per un valore di circa 109 milioni di euro nel 2024. Il Pecorino Romano, prodotto al 90% in Sardegna, vede il 57% delle sue esportazioni rivolte agli USA, per un valore di quasi 151 milioni di euro.
Il settore vinicolo italiano, con un fatturato di circa 1,9 miliardi di euro nel 2024 negli Stati Uniti, potrebbe subire contraccolpi significativi. I vini bianchi DOP del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia destinano il 48% del loro export agli USA, i vini rossi toscani DOP il 40%, i vini rossi piemontesi DOP il 31% e il Prosecco DOP il 27%.
Anche l’olio d’oliva italiano, che vede negli USA il 32% del proprio export (937 milioni di euro nel 2024), e i liquori (26%, 143 milioni) potrebbero essere colpiti, sebbene l’olio d’oliva sia meno facilmente sostituibile nelle abitudini dei consumatori americani.
Le regioni italiane più esposte a queste misure sono la Sardegna e la Toscana, che rischiano perdite milionarie a causa delle nuove tariffe statunitensi.
È fondamentale che l’Italia assuma un ruolo di leadership in Europa per avviare negoziati con l’amministrazione statunitense, al fine di proteggere un settore chiave della nostra economia e salvaguardare i posti di lavoro legati all’export agroalimentare.