Antonio Spoto, 44 anni, Γ¨ stato assolto dall’accusa di circonvenzione d’incapace con la formula “il fatto non sussiste”. La vicenda riguarda l’ereditΓ della nobildonna romana Leonarda Aula, classe 1940, deceduta nell’ottobre 2020 all’etΓ di 80 anni. La signora Aula, vedova e senza figli, aveva nominato Spoto suo erede universale, lasciandogli un patrimonio stimato in oltre 5 milioni di euro, inclusi gioielli di grande valore.
Secondo le ricostruzioni, negli ultimi anni di vita, Leonarda Aula si era legata sentimentalmente ad Antonio Spoto, di circa 40 anni piΓΉ giovane. La nobildonna avrebbe confidato a un amico l’intenzione di sposarlo, affermando: “Ci siamo baciati, lo voglio sposare”. Tuttavia, il matrimonio non ebbe luogo, ma Aula decise comunque di adottare Spoto, conferendogli anche il proprio cognome aristocratico.
Dopo la morte della nobildonna, i parenti di Aula hanno contestato l’ereditΓ , accusando Spoto di aver approfittato della vulnerabilitΓ dell’anziana per ottenere il suo patrimonio. Hanno quindi presentato una denuncia per circonvenzione d’incapace, sostenendo che Spoto avesse manipolato la donna per farsi nominare erede universale.
Durante le indagini, Γ¨ emerso che pochi giorni prima del decesso, Leonarda Aula avrebbe manifestato l’intenzione di redigere un nuovo testamento davanti a un notaio, ipotizzando possibili modifiche alle disposizioni testamentarie precedenti. Tuttavia, la sua morte improvvisa ha impedito qualsiasi cambiamento.
Nonostante le accuse e le indagini, il tribunale ha assolto Antonio Spoto con la formula piΓΉ ampia, stabilendo che “il fatto non sussiste”, rigettando cosΓ¬ le accuse di circonvenzione d’incapace.